Richard Paulson, presidente uscente della American Society for Reproductive Medicine (Società americana per la medicina riproduttiva), sostiene che nel prossimo futuro, le donne trans potranno restare incinte, come da loro desiderio, grazie a tutti i progressi del trapianto dell’utero.
Questa dichiarazione è stata fatta, durante la riunione annuale della Society, in Texas a San Antonio. Il Dott. Paulson, asserisce che il trapianto di utero di una donna transessuale è assolutamente possibile e non esistono rischi o forme errate, che potrebbero non permetterne il risultato finale.
Sicuramente nel prossimo futuro, sarà una manovra facile da attuare, ma – sempre secondo il medico – ci saranno altre realtà e sfide da affrontare, relative alla mentalità delle persone e all’integrazione di queste nuove madri, all’interno della società.
Gli uomini e le donne, presentano una forma del bacino, diversa, ma nonostante questo, esiste lo spazio necessario per trapiantare l’utero di una donna, all’interno di un corpo di un transessuale.
La procedura, così come tutt’ora studiata non è facile e la donna transessuale, dovrà comunque partorire tramite taglio cesareo, con l’impiego di ormoni, che devono assicurare la replica di tutti i cambiamenti fisici che si devono verificare durante la gestione naturale.
Per valutare, inoltre i possibili pericoli che potrebbero presentarsi per il feto, il trapianto di utero è in via sperimentale. Quattro donne hanno ricevuto l’utero ma è subentrato il rigetto. Una è riuscita a sostenerlo, ma non è riuscita a restare incinta.
Dal 2014 ad oggi, cinque neonati sono nati, da donne con trapianto di utero in Svezia, mentre il prossimo blocco di sperimentazione, verrà fatta a Londra nel 2018.
I bambini, in Svezia, sono nati tutti sani, senza alcune patologie o pericoli. Le mamme sono tenute sotto controllo, al fine di non verificare rigetti o problematiche post parto.
La tecnologia e la scienza, dove ci porteranno?