Il codice fiscale è un codice alfanumerico composto da 16 caratteri utilizzato in ambito fiscale per riconoscere le persone fisiche e nel corso degli anni, è stato anche utilizzato come codice sanitario identificativo. È possibile ricavare il codice fiscale sia per cittadini italiani che per cittadini stranieri residenti in Italia. In entrambi i casi, il codice fiscale è un documento che viene rilasciato dall’Agenzia delle Entrate.
Come abbiamo detto, il codice fiscale consente di identificare in modo univoco persone fisiche evitando di commettere errori. Ciò avviene grazie ai 16 caratteri composti da numeri e lettere, e dato che si tratta di un codice abbastanza lungo da ricordare, esistono in rete strumenti che consentono il calcolo online sia per i residenti nel territorio italiano che per i codici fiscali esteri.
Il codice fiscale venne introdotto nel 1973 per favorire l’amministrazione finanziaria. Viene anche utilizzato da numerose ASL per accedere alle prestazioni sanitarie e da un paio di anni è stato inserito anche nelle tessere sanitarie elettroniche.
Nei primi anni che fu sperimentato questo documento identificativo, veniva rilasciato in forma cartacea, poi sostituito da un tesserino magnetico di colore verde e bianco, con impressi anche il nome e cognome per esteso, sesso, luogo, provincia e data di nascita, e data di emissione.
Il codice fiscale oggi è utilizzato da tutte le pubbliche amministrazioni come documento e strumento identificativo, di ogni cittadino (sia italiano che estero) e dei contribuenti, nonché per tutti i soggetti fisici obbligati a possederlo. In caso di furto o smarrimento, è bene procedere con apposita denuncia e richiesta di nuova emissione.
Come si calcola il codice fiscale italiano ed estero?
Per procedere al calcolo occorre essere in possesso dei dati anagrafici della persona fisica, ovvero: nome, cognome, data di nascita, sesso, comune di nascita o stato estero nel caso di stranieri. La struttura di un codice fiscale italiano è composta da:
- tre lettere identificative del cognome;
- tre del nome;
- due cifre che identificano l’anno di nascita;
- una lettera per il mese di nascita (A per il mese di gennaio, e così via…);
- due cifre per il giorno di nascita (per le donne a queste si aggiunge 40);
- una lettera e tre cifre per identificare il comune di nascita;
- una lettera finale chiamata “codice di controllo”.
La struttura del codice fiscale estero è identica a quella italiana con l’unica differenza che i quattro caratteri alfanumerici che nel codice fiscale italiano identificano il comune di nascita, il quello estero indicano lo stato di nascita. Questo codice per uno straniero o cittadino italiano che è nato all’estero, è composto da una Z e da tre cifre che identificano il paese.
Il codice fiscale può essere calcolato automaticamente attraverso i dati anagrafici di una persona utilizzando, a partire dal 1973, un algoritmo che però può incorrere al rischio di “omocodie”, persone che sono nate nello stesso giorno, nello stesso comune, con nomi e cognomi simili, i cui dati anagrafici generano codici fiscali identici. Per questo motivo, l’unico ente ufficiale predisposto al rilascio del documento è l’Agenzia delle Entrate. Questa detiene il database nazionale ed è in grado di ovviare la problema delle omocodie.