Nel mondo dell’architettura, l’arco è un elemento strutturale che si va ad appoggiare su due piedritti rimanendo sospeso su uno spazio vuoto. Geniale invenzione etrusca, l’arco è stato portato ai suoi massimi splendori dall’architettura romana, e da allora fino all’Ottocento è stata una delle strutture più utilizzate, motivo per cui ne sono nate tantissime varianti.
Tra queste, l’arco a tutto sesto è considerato uno dei modelli più antichi, utilizzato già dai popoli mesopotamici e poi reso celebre dai romani, che lo utilizzarono per costruzioni civili, per ragioni simbolico/celebrative e come punti di riferimento posti all’incrocio di più strade.
Che cos’è e come si realizza un arco a tutto sesto
L’arco a tutto sesto è il modello di arco più noto e, secondo l’archeologo C.L. Woolley, anche il più antico della storia dell’umanità: il primo arco di questa forma, infatti, si ritiene quello semicircolare di E Dublal-Mah, presso Ur.
Il suo nome deriva dal termine sextus, il nome latino del compasso, e non a caso: la caratteristica principale dell’arco a tutto sesto, infatti, è quella di essere perfettamente semicircolare, tanto da poter essere disegnato con un solo colpo di compasso. Tecnicamente, è la forma più semplice di arco e prevede che il centro di convergenza delle giunture si trovi sulla linea d’imposta, ovvero quella linea che unisce tutti i punti dove finiscono i sostegni e inizia la struttura dell’arco.
La grande diffusione dell’arco a tutto sesto si deve ai romani, che lo impararono dagli etruschi e lo utilizzarono prima per un fattore di praticità, e poi per un fattore estetico: fu usato soprattutto per costruire gli acquedotti, ma venne poi usato anche per archi di trionfo, ponti e anfiteatri come il Colosseo.
Durante il periodo classico l’arco non ha mai poggiato sulla colonna, mentre dopo il crollo dell’impero si perse quella sensibilità geometrica tipica del classicismo, e quindi l’arco a tutto sesto iniziò a essere impostato sui capitelli delle colonne: il primo esempio si ha a Roma, nella basilica di Santa Sabina.
Una grande fioritura di arco a tutto sesto si ebbe anche durante l’architettura del Medioevo, usato soprattutto per una questione estetica in chiostri, cattedrali, edifici religiosi e archi trionfali.
Qualche curiosità
- La tradizione vuole che furono i Romani a inventare l’arco, ma in realtà le sue origini sono molto più antiche: questa struttura architettonica, infatti, era usata già dagli Etruschi e, ancora prima, dai Sumeri. Questi popoli, però, non ne avevano colto le grandissime potenzialità architettoniche, motivo per il quale non lo sfruttarono in modo sistematico e fiorì solo successivamente in epoca romana.
- Durante la grande fioritura artistica che si ebbe nel Rinascimento italiano, venne recuperata la valenza estetica dell’arco a tutto sesto, ma fu unita al sistema del trilitico greco: questa forma innovativa dell’arco fu amata da tanti grandi artisti dell’epoca, in particolare da Filippo Brunelleschi che per primo ne capì le potenzialità.
- Tra gli esempi più celebri di archi a tutto sesto troviamo l’Arco di Costantino a Roma, l’Arco di Trionfo di Parigi, e la magnifica Porta di Ishtar, l’ottava porta della città interna di Babilonia (575 a.C.) che è stata perfettamente ricostruita al Pergamonmuseum di Berlino.