Il caro affitto a Bologna continua a conquistare le prime pagine dei giornali. A dimostrazione di ciò, è possibile citare la viralità dell’annuncio che proponeva, a 520 euro al mese, una stanza da 7 metri quadri.
Per portare ulteriore visibilità al problema, è partita l’organizzazione di diverse iniziative dal basso. Tra gli esempi da chiamare in causa, è possibile citare l’organizzazione, da parte del collettivo studentesco Cua Bologna, di un evento che si è tenuto presso la sede di Via Zamboni 38 all’inizio del mese di ottobre.
Frequentato soprattutto da studenti, ha permesso, come sottolineato dagli organizzatori stessi in occasione di un’intervista rilasciata alla testata Bologna Today, di “fare comunità” e di confrontarsi tra persone che subiscono un fenomeno sociale preoccupante.
A esprimersi in merito ci ha pensato anche un grande esperto di mercato immobiliare, il Presidente di Nomisma Luca Dondi. Intervistato sulle pagine del Corriere, ha specificato che il problema del caro affitti a Bologna – che sta comportando criticità non indifferenti anche per aziende che, come Tper, stanno faticando a reclutare personale perché gli stipendi non sono sufficienti a coprire i costi degli alloggi in locazione in città – non è da imputare solamente alle piattaforme che permettono di gestire gli affitti brevi.
Questo aspetto, a suo dire, è solo parte di un problema più complesso. Dondi, infatti, ha specificato che, ad oggi, sono circa 6mila, a Bologna, gli alloggi destinati agli affitti brevi.
Qualora le cose per questi immobili dovessero cambiare, si tratterebbe, secondo il suo punto di vista, di un aiuto, ma non certo di un mutamento risolutivo.
Alla domanda su dove bisogna guardare se gli alloggi affittati a breve termine non rappresentano un problema, ha risposto chiamando in causa quelli che non finiscono sul mercato delle locazioni in generale, a prescindere che sia per contratti a lungo termine o per affitti brevi.
Ha altresì citato un problema che preoccupa numerosi proprietari, ossia quello della morosità, parlando di una garanzia finalizzata a favorire l’ingresso, sul mercato delle locazioni, di più immobili (a Milano è stata messa in atto un’iniziativa affine, con la modifica agli accordi del canone concordato che, dallo scorso luglio, prevede anche un fondo di garanzia di 18 mesi in caso di morosità, ndr).
Commentando l’iniziativa del Comune emiliano riguardante il lancio di un piano per 10mila alloggi nei prossimi due lustri, ha sottolineato che sì, l’orizzonte è molto lungo, ma che è altrettanto vero che, in virtù dell’intensità del problema, intervenire sul breve termine sarebbe molto difficile.
Come cercare casa in affitto a Bologna
A questo punto, è naturale chiedersi come cercare casa in affitto a Bologna senza impazzire. Certo, i dati non aiutano. Giusto per dare qualche numero sulle quotazioni, ricordiamo che la media di agosto 2023 è stata di 17,55 euro mensili al metro quadro, con un incremento superiore al 10% rispetto all’anno precedente.
Parliamo del valore massimo raggiunto dalle quotazioni delle locazioni nel corso dell’ultimo biennio sul territorio comunale. Per il minimo, invece, bisogna fare un salto indietro nel tempo a novembre 2021, quando il prezzo medio per un affitto era pari a 13,85 euro mensili/mq.
Oggi come oggi, sono diversi gli strumenti a disposizione di chi deve cercare casa, in affitto e non solo. Il principale è il web, che ha letteralmente sconvolto il mondo immobiliare. Attenzione, però: bisogna scegliere le fonti giuste. Ciò vuol dire, per esempio, passare in rassegna le case in affitto a Bologna su www.immobiliovunque.it.
Questo portale non è un sito di annunci immobiliari come tutti. La sua caratteristica principale riguarda la presenza esclusiva di annunci pubblicati da agenzie attive in città. La scheda di ciascuna di esse, per la tranquillità dell’utente finale, è associata alle recensioni di chi ha già usufruito dei servizi.