Rinnovare una casa è un momento elettrizzante, in cui tanti dei nostri sogni diventano realtà. Ma non dobbiamo dimenticare, nonostante l’entusiasmo, che alcuni lavori edili necessitano di una comunicazione al Comune di residenza affinché possano essere iniziati.
Questo dipende dal tipo di ristrutturazione che andiamo a compiere: se vogliamo svolgere sul nostro immobili semplicemente dei lavori vari di manutenzione ordinaria – e che quindi non vadano ad intervenire sulla struttura dell’edificio – non serve nessuna comunicazione, perché si tratta di quella che viene definita come edilizia libera.
Se, invece, i lavori previsti sono opere di manutenzione straordinaria, siamo costretti a presentare la modulistica richiesta, che è la SCIA in caso di lavori importanti e massicci, o la CILA se si tratta di manutenzione straordinaria ma non particolarmente invasiva.
Che cos’è la Cila edilizia e a che cosa serve
CILA è un acronimo che sta ad indicare la Comunicazione Inizio Lavori Asseverata: si tratta di un documento che va presentato presso gli uffici comunali di competenza nel momento in cui si iniziano lavori edili straordinari che non vanno a modificare la struttura dell’edificio in questione.
Esiste una vera e propria normativa che disciplina la CILA, ovvero l’ art. 6 bis e il D. Lgs. n. 222/2016 all’art. 3 del Testo Unico Edilizia: questo vuol dire che sono norme riconosciute dalla legge, e che se non si segue la procedura corretta si può incorrere in sanzioni economiche anche sostanziose.
Secondo queste norme, nei lavori di manutenzione straordinaria non invasiva verso la struttura dell’immobile che necessitano dichiarazione CILA si trovano:
– spostamenti di pareti interne o creazione di porte nuove;
– restauro conservativo leggero che non modifichi la struttura originale;
– interventi volti a eliminare barriere architettoniche;
– opere temporanee che abbiano come scopo ricerche di tipo geognostico nel sottosuolo;
– lavori sulla terra che non siano non legati all’attività agricola;
– realizzazione di serre in muratura ma temporanee, mobili e stagionali;
– migliorie e pertinenze minori che non risultino come nuove costruzioni, e che quindi abbiano un volume inferiore al 20% del volume dell’edificio principale.
Quanto dura e quanto costa la Cila edilizia
Una volta presentata la CILA i lavori possono iniziare anche il giorno stesso, non serve aspettare nessuna autorizzazione. Per quanto riguarda il termine dei lavori, invece, non esiste una norma nazionale a riguardo, quindi il periodo entro cui è necessario chiudere le operazioni varia da Comune a Comune.
Dal punto di vista dei costi, invece, le tasse sono due: uno è il diritto di segreteria da pagare al Comune, che varia anche questo da zona a zona, e l’onorario del professionista, perché il modulo CILA deve essere presentato in allegato a documenti e elaborati progettuali realizzati da un geometra.
Se per caso ci si dovesse dimenticare di presentare la CILA, c’è la possibilità di farlo al termine dei lavori ma pagando una penalità importante: si chiama CILA tardiva o sanatoria, e prevede una sanzione di 1.000 euro se i lavori sono già terminati, o di un terzo di 1.000 euro se i lavori sono ancora in corso.