L’infermiere nella sanità è cruciale, perché rappresenta una figura professionale di aiuto e affiancamento sia dei medici sia dei pazienti. Si occupa, infatti, di aiutare medici e operatori sanitari nella gestione delle attività di cura e sostiene i pazienti sia dal punto di vista pratico per l’assunzione di medicinali e la degenza sia dal punto di vista psicologico, dando conforto e ascolto.
L’infermiere dunque unisce competenze tecniche con grandi capacità empatiche e di comunicazione.
Negli ospedali, gli infermieri sono organizzati in base alla mansione che svolgono e operano nel reparto più affine alla loro formazione.
Per chi desidera fare carriera nell’ambito infermieristico è utile considerare la preparazione di un master in coordinamento infermieristico che può fornire tutte le conoscenze necessarie per gestire team di infermieri all’interno delle strutture sanitarie.
Il percorso può essere seguito anche online grazie alle università telematiche come Unicusano, potendo conciliare lavoro e studio. Scopriamo nel dettaglio le mansioni le competenze e le responsabilità della professione di infermiere.
Infermiere: chi è
L’infermiere e l’infermiera hanno il compito di gestire il paziente durante il processo di cura, mantenimento e recupero dello stato di salute. Costruiscono con lui un rapporto di fiducia e comunicano al medico o ad altri operatori sanitari l’evoluzione della situazione clinica.
La professione di infermiere è sancita nel decreto 739/94, nel quale si stabiliscono nel dettaglio le mansioni e le aree in cui può operare. Si definisce infermiere il professionista che ha un diploma universitario abilitante, è iscritto all’albo professionale ed è responsabile dell’assistenza generale di tipo infermieristico.
Infermiere: cosa fa
L’infermiere svolge varie funzioni e può operare per la prevenzione delle malattie, l’educazione sanitaria, l’assistenza ai malati e alle persone con disabilità. Ha inoltre il delicato ruolo di mediare tra pazienti, medici, famiglia e servizi territoriali. Lavora nelle strutture pubbliche, come gli ospedali, o nelle strutture private, come cliniche, centri medici, RSA.
Un impegno dunque ad ampio raggio, che durante la pandemia ha dimostrato tutte le sue carenze, vista la necessità di agire con tempestività e gestire numerosi ingressi in ospedale. Secondo le stime mancano oltre 65 mila infermieri nella Sanità italiana, con conseguenze sulla salute dei pazienti, perché i collaboratori sanitari sono esposti a turni massacranti, alla cura di molti più pazienti per un solo operatore e, quindi, la qualità del servizio è a rischio.
La formazione dell’infermiere
Per diventare infermieri bisogna conseguire la laurea in scienze infermieristiche che abilita alla professione e consente di iscriversi all’albo, passaggio imprescindibile per poter operare. La conclusione del percorso di studi richiede la realizzazione di una tesina in infermieristica su un argomento di interesse per la propria futura collocazione.
Dopo la laurea ci si può anche specializzare, scegliendo tra le tipologie di infermiere stabilite dal DM num. 739 del 14 settembre 1994. Ecco quali sono:
- infermiere di sanità pubblica: lavora nella sanità pubblica e nella medicina di comunità. Offre assistenza alle persone, esegue interventi di promozione, prevenzione, educazione e ricerca;
- infermiere pediatrico: si occupa di gestire la salute di pazienti da 0 a 18 anni;
- infermiere psichiatrico: assiste le persone con problemi di salute mentale e ne cura il rapporto con il contesto familiare e in società;
- infermiere geriatrico: gestisce i pazienti anziani e la loro rete familiare nei processi di cura e assistenza;
- infermiere di area critica: opera nei contesti emergenziali, quali pronto soccorso o ambulanza;
- infermiere di ricerca clinica: ha l’obiettivo di migliorare la pratica clinica mediante la partecipazione a studi clinici.
Ci sono, inoltre, altre specializzazioni per l’infermiere, ancora più specifiche come l’infermiere disaster manager, l’infermiere di sala operatoria e l’infermiere di famiglia.
Infermiere: le competenze
L’infermiere deve innanzitutto possedere alcune caratteristiche caratteriali specifiche, come l’empatia e il desiderio di cura. A queste attitudini si uniscono le competenze tecniche stabilite dal Ministero della Sanità e anche le capacità educative e relazionali che permettono all’operatore sanitario di individuare i bisogno del paziente e di assisterlo durante la terapia con il giusto approccio.
È fondamentale per un infermiere sapere come pianificare l’assistenza infermieristica e conoscere quali strumenti utilizzare per instaurare relazioni di fiducia con persone di tutte le età e con problemi di salute di varia complessità.
Il futuro della professione di infermiere
Le richieste del mondo dell’infermieristica convergono principalmente verso due obiettivi: salari più adeguati e qualità del lavoro. Nel decreto bollette, alcune richieste sono state accolte, come l’inasprimento delle pene per contrastare le aggressioni agli operatori sanitari e la possibilità di svolgere la libera professione anche se si è sotto contratto con strutture pubbliche. Ci si apre dunque a uno scambio maggiore tra pubblico e privato e attenzione alla tutela di una professione, che è fondamentale per il benessere di tutti.