Gli Usa sono stati una terra di arrivo per milioni di europei, soprattutto a partire dal XIX secolo. Le varie concentrazioni urbane appartenenti alla costa nord orientale, con tutte le loro industrie ed attività commerciali, insieme alle grandi aziende agricole, hanno rappresentato per gli europei un grandissimo richiamo. Tra l’Ottocento ed il Novecento, gli Stati Uniti hanno conosciuto un fortissimo incremento demografico, oscillante intorno ai 23 milioni di abitanti. L’incremento della popolazione era fortemente legato a tantissimi fattori connessi da un lato all’espansione della società nordamericana e dall’altro alla mole di arrivi diretti dall’Europa. Tra il 1821 e il 1924 è stato inoltre realizzato un calcolo: circa 50 milioni di cittadini europei hanno cambiato la loro vita trasferendola in America. Un periodo legato alle grandi migrazioni, che ha dato via al forte processo della globalizzazione.
Gli italiani negli Stati Uniti
A partire dall’anno di fondazione dell’unione italiana, fino al 1985, dall’Italia sono emigrati circa 30 milioni di individui, di cui solo 14 milioni nel periodo comprendente gli anni tra il 1876 e il 1915. In direzione USA sono emigrati , a ridosso del primo conflitto mondiale, sono stati 5 milioni gli italiani emigrati, specialmente da regioni meridionali. Una delle primissime tappe scelte una volta arrivati era Ellis Island, un’isola che costituiva un vero e proprio centro di raccolta e di controllo dei migranti. All’interno di quest’isola tutti i migranti venivano sottoposti a dei veri e propri controlli, relativi alla loro identità, al ruolo civile svolto e alla disponibilità di capitale. Chi arrivava dall’Europa veniva inoltre sottoposto a dei controlli medici, di salute fisica e mentale e, coloro che non erano ritenuti adeguati, dovevano fare rientro al loro paese di origine. Tra i numerosi italiani emigrati, una consistente percentuale era costituita da uomini giovani e scapoli. L’obiettivo era infatti quello di spostarsi per un periodo di tempo limitato, per poi fare rientro in Italia. Alternativamente a trasferirsi erano intere famiglie, che lasciavano il paese di origine in maniera permanente per trovare fortuna.
Il razzismo verso gli italiani
Nel territorio americano il razzismo verso gli italiani era fortemente diffuso. Spesso all’interno di giornali o dibattiti politici, gli italiani erano considerati individui inferiori, non capaci di integrarsi e predisposti alla delinquenza. Nella sua forma violenta, il razzismo cominciò a prendere forma a New Orleans, nell’anno 1891. Nel corso dell’anno precedente infatti un sovraintendente della polizia era stato ucciso e, ad essere indagata, fu proprio la comunità italiana.
Oggi sono tantissime le personalità che si trasferiscono in uno dei continenti più amati al mondo e, di fronte a delle politiche internazionali sempre più complesse, un avvocato per immigrazione negli Stati Uniti come quello reperibile nello studio Demaio Law è quantomai fondamentale e necessario, per ottenere un soggiorno sereno e con tutti i requisiti valutati.