L’adrenalina o epinefrina e l’isoprenalina o noradrenalina sono ormoni prodotti naturalmente dall’organismo mediante i surreni, delle piccole ghiandole localizzate al di sopra dei reni. Queste molecole sono anche utilizzate come farmaci, un’applicazione che vede l’impiego di tali agenti adrenergici per il trattamento di una serie di patologie e condizioni sanitaria di emergenza.
Ovviamente esistono delle differenze tra isoprenalina e adrenalina, ognuna delle quali presenta determinati utilizzi in ambito medico e delle specifiche di somministrazione precise. Le informazioni sono sempre riportate all’interno del foglio informativo, tuttavia l’uso di tali farmaci è riservato alla prescrizione medica secondo le dosi e le modalità indicate dallo specialista.
Cos’è l’adrenalina e quale funzione svolge
L’adrenalina è un ormone sintetizzato nel surrene, il cui effetto principale è l’accelerazione della frequenza cardiaca. Questa molecola riduce anche il diametro dei vasi sanguigni e ottimizza le prestazioni fisiche, migliorando la reattività e la funzionalità dei bronchi. Allo stesso tempo, l’adrenalina innesca un processo che porta alla riduzione dell’attività digestiva, preparando l’organismo allo sforzo fisico.
L’utilizzo dell’adrenalina come farmaco, prodotta in laboratorio chimicamente con caratteristiche ed effetti analoghi rispetto a quella naturale prodotta dall’organismo, vanta diverse applicazioni. In situazioni di emergenza l’adrenalina è fondamentale in caso di arresto cardiaco, overdose o shock anafilattico, funzionando come un vero e proprio farmaco salvavita.
In altre circostanze l’adrenalina è impiegata in farmaci per l’utilizzo continuativo e non emergenziale, ad esempio nelle persone con una pressione oftalmica elevata oppure in caso di gastriti o ulcere duodenali. La somministrazione di questo ormone può avvenire per via sottocutanea, endovenosa o intramuscolare, altrimenti in alcune situazioni si ricorre anche all’applicazione tramite aerosol o soluzione nasale.
Isoprenalina: caratteristiche e differenze con l’adrenalina
L’isoprenalina ha diverse caratteristiche in comune con l’adrenalina, in quanto si tratta sempre di un ormone sintetizzato nei surreni. Allo stesso tempo è anche un neurotrasmettitore del sistema nervoso, proveniente in maggior parte proprio dalle terminazioni nervose e in secondo caso come sintesi dell’adrenalina a livello surrenale.
In genere, l’isoprenalina viene rilasciata dall’organismo in seguito a un evento psicologico o fisico particolarmente intenso, ad esempio un intervento chirurgico, un’emorragia, una riduzione significativa di glucosio o un forte spavento. Il suo effetto principale è l’accelerazione della frequenza cardiaca, inoltre incrementa il flusso sanguigno e il rilascio da parte delle riserve di energia di glucosio nel sangue.
Le applicazioni come farmaco comprendono la molecola sintetizzata in laboratorio conosciuta come isoprenalina cloridrato, utilizzata nei gruppi di medicinali dopaminergici e adrenergici. Questi farmaci sono indicati per il trattamento di una serie di patologie e sintomatologie, tra cui l’arresto cardiaco, problemi gravi al sistema cardiocircolatorio come il blocco atrioventricolare, il restringimento dei bronchi o broncospasmo in seguito all’anestesia e come terapia accessoria in concomitanza di uno shock cardiogeno.
Come è evidente, l’adrenalina e l’isoprenalina presentano applicazioni simili, tuttavia sono contraddistinte da alcune differenze. L’adrenalina assume soprattutto la funzione di ormone, mentre al contrario l’isoprenalina è principalmente un neurotrasmettitore. Ad ogni modo, in alcune situazioni queste due molecole agiscono in maniera sinergica, proteggendo l’organismo e inviando una serie di segnali al cervello, effetti sfruttati in ambito medico per trattare condizioni di emergenza, disturbi e patologie.
Dosi e modalità di somministrazione dell’isoprenalina e dell’adrenalina
L’isoprenalina da somministrare viene prodotta in laboratorio da diverse aziende specializzate, generalmente sotto forma di soluzione iniettabile come isoprenalina cloridrato. In caso di arresto cardiaco o blocco atrioventricolare, il dosaggio dell’isoprenalina prevede 0,2 mg iniziali con somministrazione intramuscolare o sottocutanea, seguiti da una seconda applicazione in base alla risposta del paziente. La somministrazione endovenosa, invece, prevede una quantità da 2 a 10 microgrammi al minuto.
Come coadiuvante nei trattamenti per lo shock cardiogeno l’isoprenalina cloridrato viene somministrata in via endovenosa, con una quantità della soluzione da 0,5 a 5 microgrammi al minuto a seconda della risposta del paziente. Nel trattamento del broncospasmo durante l’anestesia, l’applicazione del prodotto avviene per via endovenosa, con un dosaggio iniziale da 0,01 a 0,02 mg e la possibilità di ripetere la somministrazione se necessario.
Per quanto riguarda l’adrenalina, invece, la posologia va da 0,5 a 1 mg nei ragazzi da 12 a 18 anni d’età per somministrazione intramuscolare, ripetuta con cadenza di 10 minuti, mentre per i bambini da 6 a 12 anni la quantità si riduce a 250 mcg, scendendo ulteriormente a 120 mcg da 6 mesi a 6 anni d’età fino a 50 mcg per i bambini con meno di 6 mesi. La posologia tiene conto anche delle condizioni di salute e del peso del paziente, con quantità ridotte ad esempio per i bambini sottopeso.
Isoprenalina e adrenalina come farmaci: rischi e controindicazioni
Tanto l’adrenalina quanto l’isoprenalina presentano molteplici controindicazioni e rischi per la salute, infatti vengono utilizzate soltanto in contesti specifici come farmaco salvavita o medicinale per alcuni trattamenti indicati da un medico specialista. Per l’isoprenalina, ad esempio, è sconsigliato l’utilizzo nei bambini in quanto mancano dati certi e affidabili sulla sicurezza di questa molecola e la sua efficacia, motivo per il quale viene adoperata appena negli adulti e nei ragazzi con almeno 12 anni d’età.
Altre controindicazioni riguardano l’ipersensibilità del paziente ai principi attivi delle soluzioni a base di isoprenalina o adrenalina, una circostanza che può causare conseguenze gravi come angina pectoris, tachiaritmie o blocchi cardiaci. Questi farmaci non sono indicati anche durante la gravidanza e l’allattamento, inoltre richiedono precauzioni particolari nei pazienti con ipertensione, disturbi convulsivi, diabete mellito e insufficienza coronarica.
L’adrenalina invece può essere utilizzata anche nei bambini con meno di 12 anni d’età, sebbene sia necessario osservare delle restrizioni più severe in merito al dosaggio e alle modalità applicative. Anche l’adrenalina presenta diverse controindicazioni, come le patologie cardiache organiche e l’ipertrofia cardiaca.