Manspreading: cos’è e perché infastidisce?

di | 1 Nov 2018

Lo chiamano manspreading, una terminologia che va ad evidenziare quella fastidiosa tendenza maschile nel sedersi in luoghi pubblici. In autobus, in metro, sui treni, nelle hall degli alberghi, ovunque sia possibile sedersi questa pruriginosa prossemica acquisita dal sesso forte nel sedersi sembra aver fatto talmente tanto infuriare le femministe da aver non soltanto coniato il termine “manspreading” per identificare questo comportamento, ma anche dall’aver portato alla riscossa (in Spagna) un gruppo di femministe sino ad emettere una petizione sul famoso sito change.org.

I motivi che hanno portato a tutto questo

Sembra che alle origini del denunciare questo fenomeno sul sito change.org non ci sia soltanto una questione di mera educazione. Il gruppo di femministe spagnole spiega che dietro questo sgradevole comportamento in realtà si celi una forma di sottaciuto machismo. Insomma un’altra questione di genere. Mentre alle donne, sin dalla prima età, è stato insegnato di sedersi con le gambe chiuse, agli uomini invece è stato insegnato l’esatto contrario per mettere in evidenza una sorta di ideologia gerarchica e territoriale che intimidisca le persone vicine facendo sentirle in colpa per aver occupato lo spazio altrui.

E’ una forma di molestia questo manspreading?

Parrebbe che per qualcuna lo sia. Non una molestia vera e propria ma una forma velata di molestia in quanto l’uomo, divaricando le gambe nello star seduto, sfiorerebbe le ginocchia delle donne circostanti e quindi attuerebbe un vero e proprio comportamento fraintendibile. Ovviamente in questa mischia gli uomini non hanno mancato di replicare adducendo questo comportamento scorretto a quello delle donne quando sedendosi in un luogo pubblico sono solite apporre sui sedili astanti borse, borsette e buste per la spesa “marchiando” il proprio territorio per renderlo off-limits agli altri.

Cosa ha comportato questa lotta?

A nulla, per ora. O meglio ad apporre negli autobus di Madrid dei cartelli dove si invitano gli utenti a fruire dei sedili usufruendone in maniera appropriata con l’obbligo di non bivaccarsi. L’hashtag più gettonato del momento relativo a questo caso sembra essere #madridsinmanspreading, ad oggi uno degli hashtag divenuti più virali per archetipizzare questo fenomeno lanciato dal gruppo femminista Mujeres en lucha y madres estresadas che tradotto in italiano sarebbe donne in lotta e madri stressate. Ovviamente con questa causa le femministe hanno tirato in ballo tutta quella sequela di luoghi comuni che vorrebbero gli “spazi” in senso generico, dalla politica all’economia, tutti presi dagli uomini e non condivisi con le donne.

La follia Russa

Fa molto discutere il video apparso molti mesi fa in cui una studentessa universitaria di nome Anna Dovgalyuk per combattere questo fenomeno ha realizzato una particolare miscela di acqua e candeggina versandola sugli inguini dei malcapitati di turno che si trovavano a condividere lo stesso vagone metro con lei. Secondo la studentessa questo suo stravagante gesto è un atto politico volto a redarguire tutti gli uomini dal continuare a vituperare gli spazi femminili pubblici con il loro comportamento ostacolante e denigratorio come quello di stare seduti in metro a gambe divaricate. Secondo la giovane 20enne la miscela di acqua e candeggina ha il compito di rendere indelebile il marchio dello “sbaglio”.