Il regime dei minimi è stato istituito dalla legge italiana il primo gennaio 2008 con l’obiettivo di arrecare vantaggi a determinate categorie professionali. Si tratta di un particolare regime fiscale che conta su un abbattimento dei costi amministrativi e a cui possono accedere sia professionisti che imprese individuali a patto che rispettino determinati requisiti. Detto ciò, nel corso degli anni la regolamentazione è stata chiaramente aggiornata e modificata ed il 2019 è ancora una volta all’insegna delle novità con l’entrata in vigore della flat tax per partite IVA con aliquota al 15% ed al 20%. Per questo nell’articolo di oggi proveremo a darti alcune informazioni essenziali sul nuovo regime dei minimi: tutto quello che devi sapere in merito per non avere brutte sorprese e, soprattutto, non commettere errori di cui ti potresti pentire amaramente.
COME CAMBIA IL REGIME DEI MINIMI – Il nuovo Regime Forfettario 2019 non cambia tanto nei requisiti, quanto piuttosto nei limiti di reddito: una novità importante che, tra l’altro, riguarderà un numero crescente di professionisti di anno in anno. Ebbene, nel 2019 vengono coinvolte le partite IVA che generino reddito annuo con limite fino a 65mila euro: a queste spetta il pagamento delle tasse sui redditi ottenuti, privi del cosiddetto “forfettario di spese”; ovvero un’aliquota del 15% (permane invece un’aliquota al 5% per le startup ad opera di cittadini under 35 ed over 55). Un limite che è stato alzato in maniera davvero significativa, se consideriamo che quello fissato nel 2018 corrispondeva a 30mila euro di reddito, ovvero a meno della metà della cifra in questione. Il nuovo Regime Forfettario è rivolto come già detto a persone fisiche che esercitino un’attività di impresa e quindi esclude società di persone, associazioni, cooperative e società di capitali. Una nota positiva riguarda però la possibilità di aderire al Regime Forfettario anche per chi è titolare di un reddito da Lavoro Dipendente, sempre a patto che sia rispettato il requisito di cui sopra, ovvero il non avere percepito redditi lordi superiori ai 65mila euro durante l’anno precedente.
ALCUNI LIMITI ABOLITI – Un’altra importante modifica apportata riguarda l’abolizione di ogni limite di spesa che riguardi i Collaboratori ed i Lavoratori Dipendenti: nel nuovo regime dei minimi viene dunque superato il limite (secondo molti assurdo) di 5.000 euro lordi di spese previste per lavori accessori, lavori dipendenti, utili da partecipazione erogati agli associati con apporto di lavoro e prestazioni di lavoro erogate all’imprenditore ed ai suoi familiari. Un ulteriore limite cordialmente detestato da milioni di contribuenti che viene abolito è quello di spesa per Beni Strumentali, che, fino al 2018, era rappresentato da 20mila euro di costo complessivo alla chiusura dell’esercizio. Beni strumentali che vanno ad indicare tutto ciò che l’imprenditore o il professionista acquista per potere svolgere la propria attività: dalle attrezzature ai macchinari, passando per computer, stampanti ecc. Allo stesso tempo è bene chiarire che non verranno intesi come Beni strumentali beni che costino meno di 516,46 euro, beni immobili acquistati per l’esercizio dell’impresa o della professione e costi riferiti ad attività immateriale quali costi sostenuti per l’avviamento.