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Saluto tra motociclisti: come si fa? Come è nato e in quali occasioni si fa?

I motociclisti sono una categoria a sé, che viaggia sulle strade e ha un codice proprio di saluti. Ma che origini ha questa tradizione, quando si deve mettere in pratica e, soprattutto, come si fa? Sarà la passione condivisa, l’adrenalina del viaggio su due ruote, ma ovunque ci si trovi ci sono dei gesti conosciuti e diffusi.

Come e quando si fa il saluto tra motociclisti

Per la strada, tra i motociclisti c’è un codice di saluti che va rispettato ed è diffuso da molto tempo. I segni sono differenti, ma alcuni sono più diffusi di altri. La presenza del casco non permette di visualizzare la mimica facciale e, proprio per questo, è necessario muovere altre parti del corpo per fare dei cenni, tenendo sempre in considerazione la sicurezza come primo fattore.

Il saluto maggiormente conosciuto è, infatti, il segno “V”. Come si fa? Basta alzare contemporaneamente l’indice e il medio della mano sinistra e sporgere, ove possibile, un po’ il braccio. Un ulteriore modo per salutare un altro motociclista è quello di fare un lampeggio con le luci della moto, metodo sicuramente più veloce e pratico della classica “V”. Se si sta sorpassando qualcuno e togliere le mani dal manubrio non è sicuro, per salutare si allunga un po’ il piede destro. Soprattutto in città, luogo in cui le strade sono costantemente trafficate, la prudenza vuole che non ci si muova troppo e quindi basta un semplice cenno del capo. Ma i segni dei motociclisti sono anche indispensabili per prevenire incidenti: muovere dall’alto verso il basso la mano sinistra con il palmo aperto indica, infatti, la presenza di un ostacolo lungo la strada.

Come è nato il saluto tra motociclisti

Secondo la tradizione, l’origine del classico saluto tra motociclisti facendo la “V” con le mani si colloca addirittura nel Medioevo. Seguendo questa linea, infatti, i motociclisti di oggi sono gli eredi dei cavalieri dei secoli passati. Che si tratti solo di una leggenda o sia una storia vera, questo non è dato saperlo, ma ciò conferisce ancora più fascino a un gesto che unisce un intero gruppo. Le versioni in circolazione sono differenti e non c’è ovviamente una testimonianza scritta di tale tradizione. Pare che un giorno, un cavaliere diretto a un castello in cima a una collina abbia incontrato lungo il suo cammino un altro cavaliere, che stava tornando indietro dal maniero. Quest’ultimo alzò la mano e con l’indice e il medio fece proprio la “V” in segno di vittoria per essere arrivato lui per primo dalla principessa.

Una tradizione più moderna vuole, invece, che il saluto più famoso si sia diffuso negli anni Settanta in territorio americano. Pare infatti che negli Stati Uniti i possessori di Harley Davidson, che spesso erano reduci della guerra del Vietnam, incontrandosi facevano questo cenno in segno di rispetto e riconoscimento reciproco.

Oggi, il saluto non è altro che un segno tra i bikers che si incrociano lungo le strade di tutto il mondo. Diverse lingue, tradizioni e origini, ma accomunati dalla passione delle due ruote.

Danila:
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