Jean Paul Sartre, filosofo, drammaturgo, romanziere, politico, e saggista rappresentante dell’esistenzialismo e sostenitore del pensiero marxista, scrisse nel 1948 “Le mani sporche”. Si tratta di un dramma raccontato in sette scene, ambientato in un paese dei Balcani durante la Seconda Guerra Mondiale. Il protagonista è un ufficiale comunista, Hoederer, che ben presto per le sue posizioni politiche verrà eliminato. Questo incarico verrà affidato a un giovane intellettuale marxista, Hugo, che si stabilirà con la moglie in casa di Hoederer. Qui i due avranno visioni totalmente opposte nel quale Hugo sosterrà il suo ideale “puro” mentre Hoederer la necessità di “sporcarsi le mani” pur di raggiungere i propri ideali e applicare la politica.
Biografia
Sartre, nacque a Parigi nel 1905 figlio di un ufficiale di marina. Alla morte del padre, quando il piccolo Sartre aveva appena due anni, la madre si recò dai genitori. Qui il nonno, influenzerà la carriera di scrittore di Sartre, la cui indole era già evidente fin dalla tenera età. La sua formazione culturale avverrà a Parigi, dove conseguirà la laurea in filosofia che gli permetterà di insegnare.
La cultura classica che lo ha formato lo porterà per diversi anni a esercitare la professione di insegnante, ma durante il periodo trascorso a Berlino, in piena ascesa nazista, Sartre abbandonerà la carriera di insegnamento per avvicinarsi a quella di scrittore. Anche l’impegno politico lo affascinerà e sarà parte integrante della sua vita, facendosi sostenitore dell’ideologia marxista e del materialismo storico.
Negli ultimi anni della sua vita, quasi cieco e incapace di leggere si dedicherà alle interviste, libri e dialoghi. Dopo una lunga malattia morì a Parigi nel 1980.
Le opere
Al termine della Seconda Guerra Mondiale, si dedicò alle sue opere filosofiche e letterarie. In ogni libro Sartre presenta il tema dell’angoscia come nel suo celebre romanzo “La Nausea”. La guerra mise in luce la necessità di impegno e di un esistenzialismo più che mai attivo ma allo stesso tempo umano. Nel 1945 fondò la rivista “Les Temps Modernes” che racchiuse le sue esperienze di vita in tre momenti: filosofia, letteratura e politica.
Si affermò sempre più il suo avvicinamento al pensiero marxista in due saggi: “L’essere e il nulla” e “La critica della ragione dialettica” secondo i quali l’uomo ha la responsabilità della propria vita e delle proprie scelte dalle quali non può sottrarsi. Con la negazione di Dio, l’uomo ha un proprio progetto scelto secondo valori di libertà.
Sartre abbandona il romanzo nel 1949 per dedicarsi al teatro, dove potrà trasmettere tutto il suo pensiero filosofico nelle opere teatrali che lo resero famoso: “Le mosche” in cui parla della questione politica della resistenza; “A porte chiuse” che tratta delle difficoltà di convivenza con gli altri; e“Le mani sporche” opera teatrale che parla dello scopo e dei mezzi utilizzati dalla politica. Quest’ultima opera suscitò il malcontento generale all’interno del partito comunista francese, tanto che Sartre fu costretto a ritirare l’opera dalle scene.
Nel 1945 il teatro lasciò il posto alla politica. Sartre iniziò a porsi il quesito sul ruolo dello scrittore e giunse alla conclusione che l’arte della scrittura è un impegno e la letteratura doveva essere lo strumento principale della politica.