Quando si intasano fognature o dispositivi domestici, come per esempio lavandini e wc, può verificarsi una vera e propria emergenza da risolvere in tempi brevi.
Un servizio che consenta agli utenti un’assistenza 24 ore su 24 è l’ideale, specie nelle grandi città come la Capitale, in cui il fenomeno ha più possibilità di portare anche all’arresto di importanti attività produttive – si pensi, ad esempio, a negozi, strutture ricettive o realtà di ristorazione.
In tal senso, è quindi importante rivolgersi solo ed esclusivamente a professionisti del settore di grande esperienza, come per esempio Idroboss, che mette a disposizione la possibilità di richiedere il servizio anche online, presso la sezione dedicata “autospurgo roma” del sito ufficiale.
Com’è fatto e come funziona un autospurgo
Si tratta di un camion altamente tecnologico e dotato di tutte le attrezzature necessarie allo spurgo, di cui la principale è la lunga pompa d’aspirazione che può arrivare anche a diversi metri di distanza (dai 50 ai 100): in tal modo, può raggiungere ostruzioni localizzate in profondità oppure ai piani alti di un palazzo.
Questa sorta di tubo può essere anche impiegato per erogare acqua pulita ad altissima pressione (canal jet), utile per disostruire completamente le otturazioni più gravi: il getto supera solitamente i 100 bar e l’imbocco ha differenti forme, persino a testa rotante al fine di arrivare ancora più in profondità. Lo scopo è quello di raggiungere anche le tubazioni più nascoste o che presentino curve a gomito. Ovviamente, l’autocisterna sarà di notevoli dimensioni e a tenuta stagna per contenere grosse quantità di liquami.
Gli ambiti d’intervento dell’autospurgo
Non è detto che si renda necessario l’intervento dell’autospurgo solo in caso di allagamenti conclamati: alle volte, bastano un wc o un lavabo da cui provengano un cattivo odore o che presentino un principio di ostruzione per allertare gli utenti.
In questi casi meno gravi, occorre ridiscendere fino alla fossa biologica: collocata a circa un metro sotto terra, è costituita da tre strati con sedimentazioni via via più pesanti. In caso di ostruzione più o meno leggera, può verificarsi una risalita di acque nere di cui ci si accorge in casa.
A volte, l’impiego autonomo di disgorganti non idonei può portare persino a un peggioramento del problema, andando a creare una specie di patina nella parte alta delle tubazioni, determinando una nuova area su cui dovrà andare a intervenire il professionista.
Talvolta, per individuare l’ingorgo occorre impiegare strumenti più evoluti come una micro-telecamera posta su un tubo flessibile da far ridiscendere nelle tubazioni fino al punto interessato dal problema. In questo modo, si avrà un’idea più precisa anche del tipo di intervento da fare, se la semplice aspirazione o il ricorso al canal jet.
In caso di ingorgo con fuoriuscita di liquami nell’ambiente industriale o domestico, non solo l’intervento dovrà essere ancor più tempestivo, ma potrebbe prevedere entrambe le modalità (aspirazione ed erogazione di acqua a 150 bar) per ripristinare il corretto funzionamento dell’area. In generale, una fossa biologica andrebbe svuotata almeno un paio di volte l’anno come intervento ordinario per cercare proprio di limitare quelli straordinari.
Tipi di acque reflue
Le cosiddette acque grigie sono quelle che meno di tutte sono a rischio ingorghi: si tratta degli scarichi di lavabi o docce che possono contenere scarti organici come i capelli.
Se, molto banalmente, non si provvede a proteggere lo scarico con i classici tappi di silicone che trattengono tali scorie si rischiano comunque micro ingorghi che possono peggiorare nel tempo.
Le acque nere sono quelle che provocando maggiormente cattivo odore, perché contengono deiezioni e provengono soprattutto dai wc. Vi sono, poi, le acque denominate grasse o saponose: nelle cucine di un ristorante, ad esempio, il semplice scarico della lavastoviglie o un lavabo dal quale fluiscano sostanze oleose e detersivi sono tra le prime cause d’ingorgo sia in ambito domestico che industriale.
Onde evitare otturazioni importanti, sarebbe sempre opportuno smaltire oli e altri grassi in appositi contenitori, nonché impiegare quantità adeguate e mai eccessive di detersivo.