Quella della settimana corta a scuola è un’opzione, rilanciata dal Ministro Bianchi, che però fa leva sull’autonomia di ogni singolo istituto. Una settimana scolastica composta da lezioni di 50 minuti e lasciando i bambini e ragazzi a casa il sabato viene accolta con entusiasmo da alcuni e respinta da altri.
Cos’è la proposta della settimana corta a scuola
C’è chi dice che la motivazione dietro la volontà di alcuni di rendere reale la settimana corta a scuola ci sia la necessità di risparmiare sul gas ma, come ha detto il Ministro Bianchi, questa possibilità può essere offerta ma il motivo non dev’essere il risparmio energetico. Se la proposta entrasse in vigore, bambini e ragazzi andrebbero a scuola dal lunedì al venerdì, rimanendo a casa di sabato. L’importante, è concepire la settimana corta all’interno di un piano didattico ben strutturato e non, appunto, come misura per evitare un eccessivo consumo energetico. La proposta è originata dal governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che pensa che eliminare un giorno di frequenza scolastica, ovvero il sabato, possa rivelarsi una buona soluzione. Egli ricorda come tale sistema sia già stato sperimentato in alcune occasioni e non abbia mai portato a conseguenze negative.
Il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che già ha storto il naso davanti al continuo uso della Dad, che va vista come una modalità di emergenza e non un’abitudine, non è d’accordo con Fontana, sostenendo che sia necessario, per gli studenti, andare a scuola dal lunedì al sabato compreso. La scuola, infatti, non viene vista solo come un luogo in cui imparare e studiare ma anche come un momento di aggregazione e vita sociale, entrambi aspetti molto importanti della vita dei giovani e dei giovanissimi del nostro Paese, dopo il recente, e a volte ancora in corso, isolamento causato o esacerbato dalla pandemia da Covid-19. Giani, infatti, rimarca come all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze ci siano sempre più casi di bambini e ragazzi in cura per problemi psicologici nati per via dell’isolamento da pandemia. A Bergamo, intanto, un Itc ha già avviato la settimana corta, che prevede 5 giorni di frequenza delle lezioni.
L’orario della settimana corta
Al Vittorio Emanuele II di Bergamo, dove la settimana corta è già in vigore, gli studenti non si recano a scuola il sabato e le lezioni hanno inizio alle 8. Per i primi 4 giorni della settimana, la durata della frequenza scolastica è di 6 ore mentre nel quinto giorno dura dalle 8 alle 16, ovvero per 8 ore. Patrizia Giavieri, dirigente dell’istituto in questione, ha dichiarato che è stata una decisione presa sia per contenere i costi dell’energia e per ottimizzare i consumi, sia con il pensiero rivolto alla salvaguardia dell’ambiente.