Finalmente anche in Italia, si comincia a parlare di smart working e di applicazione in merito. Il 14 giugno 2017 è entrata in vigore la legge 22/5/2017 n. 81, che agli articoli da 18 a 23 regola lo “smart working”, o “lavoro agile”, che permette ad ogni lavoratore di poter effettuare il proprio lavoro direttamente da casa, a tempo pieno o part time.
Non si tratta di un nuovo contratto, ma di una nuova formula che viene adottata dalle Aziende, che porta numerosi benefici e agevolazioni da entrambe le parti. In Italia, questa formula è ancora più teorica che pratica, ma le Aziende stanno cercando di attuare i progetti pronti da un po’ di tempo.
Lo smart working può essere messo in pratica in diverse modalità: il lavoratore dipendente può svolgere la sua attività in azienda e per altre ore, direttamente a casa o altro luogo consono.
La coordinazione ed organizzazione sono fondamentali, ecco perchè la pratica è ancora in alto mare: per lavorare lontano dall’Azienda è necessario vengano fornite tutte le apparecchiature tecnologiche, necessarie a svolgere l’attività in autonomia e senza interruzioni. Lo stesso lavoratore, inoltre, dovrà essere sempre in modalità di sicurezza, mettendo in pratica tutte le regole che l’Azienda stessa potrà dettare.
Lo smart working, lavoro agile, prevede vengano applicate le stesse regole che vengono seguite all’interno di un ufficio (pause, orario fisso, permessi e ferie). I benefici? Tantissimi.
Se si pensa che lavorare da casa sia “rilassante” è anche vero che si potranno ridurre i costi di trasporto ed eventuali pause pranzo. Stessa cosa vale per l’Azienda, che si ritrova con minori uscite fisse e con dei dipendenti che producono molto di più.
I dati, dove lo smart working è già stato attuato, parlano chiaro: le Aziende hanno registrato dati di crescita in positivo e nessun dipendente scontento.
Speriamo che in Italia si possa attuare il prima possibile, al fine di poter avere più posti di lavoro ed ottenere agevolazioni “smart”.