L’australopiteco Lucy è, in pratica, la “bisnonna” del genere umano, e trovarla ha contribuito a mettere uin altro tassello nella ricostruzione della storia dell’umanità. La sua scoperta si deve alle ricerche dell’antropologo americano Donald Johanson, assieme ad altri due studiosi, Yves Coppens e Maurice Taieb, ma cosa si sa di lui? Quando e come è stata rinvenuta Lucy?
Donald Johanson
Nato il 28 giugno 1943 a Chicago, Donald Carl Johanson è nato da genitori svedesi, e si laureò nel 1966 all’Università dell’Illinois e prese il dottorato all’Università di Chicago.
Negli anni Settanta, epoca in cui scoprì Lucy, era professore ed antropologo alla Case Western Reserve Univerisity, ma negli anni successivi si stabilì in California, dove ha fondato l’Institute of Human Origins, e in seguito in Arizona, e con essa, dal 1997, lavorò e lavora in Africa, in particolare in Etiopia, dove ha effettuato la sua scoperta più importante.
Non si sa molto della sua vita privata, ma grazie alle sue scoperte ha pubblicato vari libri e articoli, ricevuto premi ed anche dei tributi. Ad un asteroide, infatti, è stato dato il suo nome.
La scoperta di Lucy
Gli anni tra il 1973 e il 1977 furono un periodo florido per la paleontologia, e Lucy fu ritrovata e scoperta da Johnson ed altri studiosi il 24 novembre 1974, nel bacino di Hadar, a circa 60 chilometri da Addis Abeba, in Etiopia. Il suo scheletro comprendeva 52 ossa, tra cui la mandibola, gli arti, frammenti del cranio e il bacino, che fece capire che si trattava di un soggetto femminile. Secondo Johanson il suo cranio era più grande di quello di uno scimpazè, i suoi caratteri erano scimmieschi e la sua andatura eretta.
Decisero di chiamarla Lucy per via di una delle canzoni più ascoltate nel campo, Lucy in the sky with diamonds, interpretata dai Beatles, che a loro volta furono ispirati da una bambina. In base allo studio delle ossa, gli antropologi conclusero che dovesse avere circa diciotto anni (l’età media all’epoca arrivava circa a 25 anni), al momento del decesso, alta circa un metro e dieci centimetri, le gambe corte e che si muovesse soprattutto per cercare il cibo, che doveva comprendere tuberi, lucertole, radici, insetti e forse un po’ di carne cruda. Grazie a lei si capì che il bipedismo si fosse sviluppato un milione di anni prima della comparsa dell’homo herectus.
Lucy comunque non è stato l’unico esemplare scoperto nell’area, ed oggi un altro scheletro importante è quello di un’altra femmina, Ardi, appartenente alla specie degli Ardipithecus ramidus, sempre rinvenuta in Etiopia, che visse 4,4 milioni di anni fa, e a giudicare dalle sue ossa doveva avere quattordici anni, ed essere alta 120 centimetri e pesare cinquanta chili.
Dallo studio di questi esemplari si concluse anche questi esemplari dovevano essere dei grandi masticatori, per via delle loro mascelle robuste, capace di spolpare anche le ossa. In seguito, agli ominidi si sviluppò di più la scatola cranica e la dentatura divenne più leggera.